Un progetto multidisciplinare, intellettualmente laico e collaborativo. È quanto portato avanti da “Milano for Covid – Uniti per informare”, l’iniziativa promossa dal dottor Eric Manasse e che coinvolge un team composto da 40 esperti in differenti ambiti: sanità, economia e ricerca, industria e ambiente, area legale e sicurezza informatica; nato con l’obiettivo di generare analisi, creare report e informare cittadini e istituzioni.
La squadra di Milano for Covid intende offrire un approccio polisettoriale al superamento dell’emergenza innescata dalla pandemia Covid-19. Tra gli obiettivi, in particolare, il contributo della comunità scientifica per l’avvio e la costruzione di nuovi modelli e dinamiche comunicative volte a veicolare contenuti certi, ideologicamente “laici” e tempestivi. E perché ciò avvenga è necessaria una visione “omnicomprensiva e multidimensionale in grado di elaborare analisi, informazioni e proposte chiare, a beneficio di chi decide e dell’intera collettività”.
«Milano for Covid è la dimostrazione che la muldisciplinarietà è la base della crescita collettiva», sostiene Alessandro Ferri, Managing Director di AdvicePharma tra gli esperti coinvolti nell’ambito Economia e Ricerca. «Il contributo fornito da ciascun professionista, sotto la guida del dottor Manasse, è una spinta a superare l’individualità delle proprie competenze e dei propri ambiti di attività, per raggiungere un obiettivo comune, quello di una società non soltanto “sana” ma anche “consapevole” e “informata”».
Come riportato sul sito, il gruppo di lavoro “Uniti per informare” abbraccia nove macro discipline e altrettante nazionalità fra i propri membri, e intende avanzare proposte concrete applicabili in diverse aree: la definizione di un nuovo piano di emergenza pandemico, fondato su un sistema decisorio centralizzato e in grado di abbracciare tanto gli ambiti medici e sanitari, quanto quelli legali e comunicativi; la creazione di una nuova relazione fra pubblico e privato, in cui l’Unione Europea si configuri come soggetto autorevole in grado di agire nell’interesse di tutti gli Stati membri, armonizzandone le differenze e valorizzandone le peculiarità; lo sviluppo di nuovi modelli di business che guardino alla società nel suo insieme, alle sue componenti più deboli e alle generazioni future; una spinta definitiva verso la digitalizzazione, estesa all’intera società attraverso una formazione capillare e infrastrutture all’altezza dei nuovi flussi di dati. Il tutto dando nuova centralità al settore medico che, anche nell’emergenza Covid-19, si è dimostrato vera guida socio-scientifica nei Paesi colpiti. E questo anche attraverso la creazione di cluster che lo rendano sempre più autonomo e indipendente.