La spinta della Digital Health al trattamento delle patologie cognitivo-comportamentali

La Digital Health, che comprende tra le altre, anche le applicazioni di telemedicina e le Digital Therapeutics (DTx) ha avuto un imponente sviluppo imposto anche dalle restrizioni dovute alla pandemia. Parallelamente, oltre alle conseguenze sociali e sanitarie legate a ricoveri, terapie intensive e monitoraggio dello stato dei soggetti affetti dal virus SARS-CoV-2, si è assistito a un incremento dei disturbi mentali, anche come conseguenza diretta dell’infezione della COVID-19. Il tema è emerso in uno studio condotto lo scorso anno dall’Organizzazione mondiale della sanità.

L’OMS ha rilevato come il 70% dei Paesi (91 su 130) inclusi nell’indagine – che hanno dovuto interrompere le prestazioni ambulatoriali per le persone affette da patologie mentali nel corso della pandemia – abbia fatto ricorso all’utilizzo di applicazioni di telemedicina o teleterapia (includendo tra questi anche l’utilizzo di telefono e videoconferenze)

Come riporta un recente articolo del Corriere della Sera, il rimando alla Digital Health nel settore delle patologie legate alla sfera dei disturbi della mente o del comportamento è ormai una costante. Digitando “Digital Mental Health” sul motore di ricerca PubMed si arriva a oltre 3.200 risultati, di cui oltre 700 da gennaio a oggi.

Le DTx per i disturbi cognitivo-comportamentali

Il campo di applicazione è senz’altro vasto e comprende patologie quali quelle legate alla sfera psichiatrica e, come detto, altri disturbi che vanno dall’insonnia ai disturbi alimentari. Nello specifico degli interventi terapeutici digitali legati al settore, a oggi la capofila (in assoluto) è reSET, la prima terapia digitale approvata dalla FDA Usa. Si tratta di una Prescription Digital Therapeutic (PDT) per il Disturbo da Uso di Sostanze (SUD) fornisce una terapia cognitivo comportamentale (CBT), in aggiunta a un sistema di gestione delle emergenze, per pazienti dai 18 anni in su arruolati in trattamento ambulatoriale sotto la supervisione di un medico.

Lo sviluppo in Italia e la collaborazione tra Advicepharma e Valerio Rosso

In Italia lo sviluppo del settore, soprattutto con rimando alle DTx, è ancora indietro. Ma i temi della Digital Health nel settore delle patologie della sfera cognitivo-comportamentale sono legati a doppio filo anche a terapie indirizzate alla cura di altre patologie. Per questo motivo AdvicePharma ha da tempo avviato una collaborazione con Valerio Rosso, medico-chirurgo, psichiatra, psicoterapeuta e divulgatore (è autore di un blog molto seguito, valeriorosso.com, di un podcast, Lo Psiconauta, e ha un canale Youtube molto attivo) che, tra i vari temi legati alla sfera della salute mentale, approfondisce anche quelli della psichiatria digitale o salute mentale digitale.

Forte delle sue competenze, Rosso ha contribuito allo sviluppo dei contenuti multimediali relativi alla Mindfulness, per una DTx indirizzata al trattamento delle patologie legate all’insufficienza renale cronica e per una terapia digitale che supporta l’aderenza ai trattamenti per pazienti onco-ematologici. Entrambe le DTx hanno completato lo sviluppo della parte tecnologica e si trovano nello “step successivo”, ossia quello della sperimentazione clinica, come previsto dalla ISO 13485 per i dispositivi medicini a base di software (SaMD). AdvicePharma contribuisce con i suoi software allo sviluppo delle tecnologie e come CRO si occuperà anche della loro validazione clinica.