L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ha indicato 7 azioni per superare la crisi innescata dalla COVID-19, tra queste la realizzazione di infrastrutture e piattaforme per l’archiviazione e l’accesso ai dati clinici. La ricerca, in questo come in altri settori, fornisce già esempi. È il caso del portale HIBAD sviluppato da AdvicePharma
La presenza di infrastrutture adeguate, che comprendano anche una «rete globale di repository certificati, affidabili e interconnessi», è una necessità emersa con forza nel corso della pandemia di COVID-19, e sarà un nodo centrale per la ripartenza nel dopo crisi. A sottolineare l’urgenza di queste infrastrutture è la stessa Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) che, in un’analisi pubblicata sul suo sito dal titolo «Why open science is critical to combatting COVID-19» nella sezione OECD Policy Responses to Coronavirus (Covid-19) dedicata alla “Resilient Healthcare” ha indicato sette azioni che possono contribuire a rafforzare l’open science, rimuovendo «gli ostacoli al libero flusso di dati e idee di ricerca» in risposa alla crisi innescata dalla pandemia di Coronavirus. Tra queste, appunto, la necessità di creare infrastrutture e piattaforme che garantiscano l’archiviazione dei dati e la possibilità di accesso in sicurezza a tali informazioni.
Questioni in sospeso
L’Organizzazione internazionale parla di «questioni in sospeso» che limitano ancora la fiducia e l’accesso agli open data, ma sottolinea come, già nelle precedenti epidemie, la condivisione dei dati sia stata un fattore chiave per combattere la malattia. E mentre i dati su COVID-19 continuano a essere condivisi, l’Ocse elenca una serie di sfide ancora in corso. In primo luogo non tutti i dati sono FAIR (Findable, Accessible, Interoperable and Reusable), o non lo sono ancora; altri problemi riguardano la dispersione delle fonti, la difficoltà di accesso alle cartelle cliniche; l’assenza, in alcuni Paesi OCSE, di una legislazione volta a promuovere l’interoperabilità e ad evitare il blocco delle informazioni.
I 7 comandamenti OCSE sulla condivisione dei dati
A fronte di questi limiti, l’OCSE individua, come anticipato, sette azioni per rafforzare l’open science:
- Realizzare modelli di «governance dei dati» in cui si garantisca l’accesso alle informazioni per gli studi scientifici e, al contempo, si monitori la privacy individuale.
- Creare quadri normativi che consentano l’interoperabilità tra network sanitari e data provider (si attendono, in proposito, le raccomandazioni del gruppo di lavoro COVID-19 interno alla Research Data Alliance).
- Coinvolgere tutti gli stakeholder (pubblici, privati e società civile) nella creazione di un modello di governance per l’utilizzo sicuro dei dati, che includa politiche di trasparenza e meccanismi di responsabilità (etici e normativi).
- Definire incentivi e premi per i ricercatori che consentono la divulgazione e la condivisione “immediata” dei dati. Azione, questa, che dovrebbe essere favorita dalle politiche nazionali e istituzionali al fine di garantire la condivisione dei dati come “norma”.
- Assicurare un’infrastruttura adeguata (inclusi gli archivi di dati e software, l’infrastruttura di calcolo e le piattaforme di collaborazione digitale) che includa una rete globale di repository certificati, affidabili e interconnessi con standard compatibili per garantire la conservazione a lungo termine dei dati FAIR su COVID-19, e la preparazione ad eventuali emergenze future.
- Assicurare la presenza di un adeguato capitale umano e di capacità istituzionali per gestire, creare, curare e riutilizzare i dati della ricerca.
- Consentire l’accesso oltre confine alla ricerca sui dati sensibili, su base limitata ad ambienti sicuri. Questo riguarda principalmente i dati clinici che non possono uscire dall’archivio originale, ma che potrebbero essere potenzialmente accessibili tramite algoritmi mobili che potrebbero utilizzare i dati per rispondere a specifiche domande poste nella ricerca.
HIBAD
L’analisi dell’OCSE arriva in un momento in cui tutta la comunità medica e scientifica si trova a richiedere strumenti all’avanguardia che consentano risposte concrete e immediate alla crisi. Ma la ricerca, in questo come in altri settori, fornisce già esempi. È il caso del portale per la ricerca HIBAD sviluppato da AdvicePharma assieme a BioRep Srl, società del Gruppo Sapio, l’IRCCS Eugenio Medea, e Diabetes Diagnostics Srl. HIBAD prevede la costruzione di un sistema integrato di raccolta di campioni biologici e dati clinici per la ricerca biomedica, basato sulla tecnologia di gestione dati ICE (Integrated Clinical Trial Environment) di AdvicePharma, supportato da servizi biotecnologici e digitali ai massimi livelli di qualità.
La piattaforma digitale di HIBAD fornirà strumenti informatici per il trattamento e l’analisi di grandi quantità di dati digitali, il data-mining, la validazione di ipotesi scientifiche e la generazione di nuove ipotesi interpretative dei dati, grazie tecnologie di machine learning e intelligenza artificiale sviluppate nell’ambito del progetto. Questi sistemi esperti e di machine learning permetteranno di estrarre, dall’analisi integrata di dati clinici, esami di laboratorio e marker genetici, sierici e funzionali, nuovi indicatori diagnostici e prognostici ed elementi di indirizzo per il trattamento preventivo, terapeutico, riabilitativo. L’obiettivo è la creazione di una infrastruttura di archiviazione informatica e interrogazione dei database clinici collegati alla nuova biobanca che in futuro andrebbe a integrarsi con le strutture per la ricerca dello Human Technopole (ex sede Expo 2015) di Milano.